Andrea Zenari
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Si svolgerà dal 3 al 6 marzo 2021, nel quartiere fieristico di Veronafiere, Wood Experience, il nuovo evento fieristico di Piemmeti, la società di Veronafiere specializzata in saloni b2b, interamente dedicato alla filiera del legno, dalla prima lavorazione nel bosco fino agli elementi accessori e di completamento.
Wood Experience rappresenta l’evoluzione e lo sviluppo di Legno&Edilizia, rassegna fieristica sempre organizzata da Piemmeti, che ha rappresentato per 20 anni il punto di riferimento per il comparto dell’edilizia in legno.
Wood Experience amplierà le tematiche espositive e convegnistiche già trattate nelle precedenti esperienze (con particolare attenzione alle macchine per la lavorazione del legno) accostando ad esse un focus sulle tecnologie per la lavorazione del legno per l’industria del mobile, ampliando dunque le aree di interesse e la platea di visitatori interessati all’evento.
“La filiera del legno – dichiara il Presidente di Piemmeti, Ado Rebuli – è elemento cardine e primario per la ripresa economica dopo l’emergenza sanitaria e troverà in WOOD EXPERIENCE il percorso ideale per ripristinare ed incrementare il proprio volume di affari, grazie anche alle misure proposte (incentivi, ecobonus)”.
Piemmeti e Pordenone Fiere
insieme per il settore delle macchine per la lavorazione del legno
Torna Samulegno all’interno del nuovo evento veronese Wood-Experience
dedicato al legno e alle sue tecnologie
Wood Experience amplierà le tematiche espositive e convegnistiche già trattate nelle precedenti esperienze grazie alla collaborazione con Pordenone Fiere che in questa sede realizzerà una nuova edizione di Samulegno, da sempre il più importante open-house per il settore delle macchine e tecnologie per la realizzazione di mobili.
“La sinergia tra Fiera di Pordenone e Piemmeti – dichiara Renato Pujatti, Presidente di Pordenone Fiere – costituisce una grossa chance per il rilancio del settore delle macchine e delle tecnologie per la lavorazione del legno, sia per l’edilizia che per il mobile. Pordenone Fiere con Samulegno ha sempre rappresentato un punto di riferimento tecnologico importante in Italia e nei paesi dell’Est Europa, per un comparto cardine della nostra economia e un’occasione di business irripetibile, per qualità, innovazione, e completezza dell’offerta. Inoltre – aggiunge Pujatti – questa collaborazione tra Piemmeti, del Gruppo Veronafiere e Fiera di Pordenone è un bel segnale per tutta l’industria fieristica, che troppo spesso ha perso occasioni di forte cooperazione e che deve uscire da una pesante crisi causata dal blocco delle manifestazioni”
Il settore del legno-mobile costituisce uno dei comparti più rilevanti dell’economia nazionale (circa 18.600 imprese, un totale di oltre 130.000 addetti e quasi 23 miliardi di euro di fatturato) e il Nordest Italiano è l’area in cui si concentrano la maggior parte dei produttori di mobili e complementi di arredo con alcuni distretti molto importanti come Mobile di Livenza e Quartiere del Piave (Treviso, Pordenone) – il maggiore d’Italia in termini di addetti e imprese, Sedie e tavoli di Manzano (Udine), Mobile d’arte del Bassanese (Vicenza) e Mobile in stile di Bovolone (Verona).
Una nuova idea di manifestazione rappresenta di per sé un atto di coraggio che naturalmente va poi valorizzato per rispondere alle maggiori aspettative che suscita e che nel contesto attuale – questi ultimi mesi sono stati caratterizzati per la prima volta nella storia dall’assenza di fiere – ha accelerato nuove riflessioni già in atto prima della pandemia sul concetto stesso di fiera. Se Wood-Experience risponde a un nuovo modello di manifestazione dovrà puntare alla digitalizzazione come strumento per fare uno screening delle aspettative dei partecipanti e per l’identificazione di un’offerta più avanzata e innovativa rispetto al tradizionale spazio espositivo. Se la fiera si trasforma da vetrina in esperienza, come suggerisce il nuovo format, penso trasli il concetto di mostra che da statico diventa interattivo presupponendo di creare una connessione con il fruitore a livello emotivo, con dei percorsi “personalizzati” per i diversi target e con focus specifici secondo le giornate, ad esempio organizzando la sua visita a Wood-Experience in un determinato arco di tempo e in altri contesti lavorativi permettendogli di usufruire dei servizi digitali, implicando quindi una gestione dei tempi efficiente e una nuova interpretazione degli spazi. Una qualità che definitivamente potrebbe slegarsi dalla quantità dei visitatori e sostituire il “valore” dell’audience con il valore dell’esperienza!
L’importanza storica di Legno&Edilizia è indiscussa come indelebili sono le mie importanti esperienze professionali in molte edizioni a cui ho preso parte e il settore del legno continua ad avere necessità di contenitori autorevoli che lo rappresentino;e se Wood-Experience avrà la velleità di proporre la filiera completa che dal bosco arriva alla costruzione potrà identificarsi come percorso di riferimento della sostenibilità perché il protagonista principale di questa missione globale è proprio il legno! “Il legno e le sue tecnologie”, evidenziato come pay off del format, può essere valorizzato dall’innovativa e imprescindibile commistione fra canali digitali e offline con l’obiettivo di creare un racconto armonico della manifestazione: dalla materia prima alla sua trasformazione e connotazione come luogo antropizzato per dare una lettura d’insieme alla fiera che altrimenti rischia di apparire frammentata in molti mondi distinti. In una nuova visione di manifestazione ancora tutta da disegnare nelle sue innumerevoli sfaccettature, immagino anche una rete nazionale e internazionale di dialogo fra le fiere che intersecano le stesse categorie merceologiche al fine di creare sinergie a favore del settore, coerenza agli occhi degli operatori esteri e opportunità maggiori a livello globale. Oggi ci si può incontrare in tempo reale in moltissimi modi, sarà quindi il valore reale di questo nuovo contenitore a determinare il suo stesso successo!
Sonia Maritan
In un contesto come quello di Verona Fiere che da tempo si candida per posizione geografica e per strutture espositive a ospitare una fiera di tecnologie del legno sembra particolarmente promettente questo nuovo progetto che eredita e amplia i temi di Legno&Edilizia, potenziando l’approccio al settore legno, e riedita un nome storico del settore come quello di Samulegno, altro format protagonista delle tecnologie del legno.
Un appuntamento come quello di Wood-Experience, opportunamente collocato negli anni pari e, quindi, lontano dall’altro grande appuntamento italiano di Xylexpo, rappresenta un momento assertivo per un settore che trova un secondo slot temporale per affermare la propria centralità, senza complessi rispetto ad altri player fieristici europei.
Pietro Ferrari
Ci sono elementi del tutto condivisibili, essenziali e piena di spunti per la nuova avventura fieristica incentrata a tutto campo sul legno, con parole chiave significative.
La prima è la centralità della visione filiera legno. È un concetto ormai maturo o comunque risultato di considerazioni affermate nei diversi comparti del legno. Il ciclo del legno comincia per così dire dal seme, ovvero dalla risposta che gli ultimi step del legno (lavorazioni, progetto, prodotti…) indicano per aver individuato le specie più idonee all’ottimizzazione dei risultati (ad esempio se si decidesse la convenienza , economica, sostenibile, in una parola di economia circolare che molti oggetti che si mettono in bocca (posate, stecchini per gelati, stuzzicadenti, tazze…) incrementerei la piantagione di faggi, o pioppi, o betulle che sono legni che non scheggiano. Ma, in una visione di filiera, starei ben attento a non alterare, puntando a singole specie (come sta succedendo per l’abete indiscutibile protagonista per costruire case), equilibri ecologici, puntando alla monocultura di poche specie, trascurando la vitale necessità della biodiversità.
Una visione di filiera avrebbe un enorme pregio: quello di uscire dall’autoreferenzialità dei singoli comparti.
Ad esempio: c’è assoluta impermeabilità fra un falegname e un carpentiere. Anche se a scale diverse, entrambi i comparti hanno il problema delle connessioni del legno. Il falegname usa spesso spinotti di legno, mentre i carpentieri usano connettori di acciaio. La proposta di usare connettori di legno (cavicchi) anche nella carpenteria, stenta a decollare, nonostante gli ottimi risultati sperimentali ed applicativi e nonostante i bellissimi risultati sul piano estetico e della durabilità che l’acciaio, al contrario, ha più difficoltà a garantire. E così si potrebbero impiegare incastri e unioni tipici della falegnameria anche in carpenteria e viceversa.
Ragionando in termini di permeabilità fra i comparti di destinazione d’uso del legno, avanzo subito una proposta. Un settore di impiego del legno, l’imballaggio, viaggia per suo conto. I grandi contenitori per il trasporto di macchinari pesanti e delicati sono tutt’ora di legno, Le pareti sono tenute assieme da graffe (cambrette), per mezzo di utensili a pressione: perché non usarli per legare le pareti delle case, ben meno sollecitate?
Insomma, penso che una visione di filiera, potrebbe scatenare nuove opportunità di impiego innovativo del legno.
Altra parola chiave: sicurezza.
La sicurezza può essere declinata in tanti modi. La recente tempesta Vaia ha mostrato, nella sua devastazione, come i boschi non siano in sicurezza, ma soprattutto ha evidenziato vuoti enormi di gestione del patrimonio boschivo: impotenza di taglio ed esbosco (il legno sta marcendo inutilizzato) e soprattutto la mancanza di segherie. Oggi sarebbero possibili segherie idrauliche ad altissima efficienza energetica a costi minimi di gestione. Purtroppo, sulle nostre montagne, aumentano le piste da sci e la neve artificiale (ecologicamente devastante) ma spariscono le segherie e quindi l’utilizzo della risorsa legno.
Un comparto oggi in assoluta crisi, è quello del pioppo. Considerata risorsa autarchica e ultimamente negletta, potrebbe essere rivisitata, sia per la grande funzione ambientale (golene del Po’ da Torino all’Adriatico) sia di veloce produzione di massa verde e quindi di produzione non solo di compensati, ma di legno per oggettistica (contattare ditta Panguaneta)
La terza parola chiave, internazionalità, vorrei declinarla cogliendo un aspetto che la nuova impostazione della manifestazione mi suggerisce. Internazionalità non tanto o solo perché partecipano operatori stranieri, piuttosto perché la manifestazione potrebbe diventare il luogo da dove partono proposte di sostenibilità ed economia circolare virtuose a cui il mondo dovrà riferirsi.
In questo senso avanzo la proposta di un seminario “Legno versus plastica”, dove si esaminano i settori e i prodotti in cui il legno potrebbe sostituire l’impiego delle dannose plastiche, non smaltibili e ormai drammaticamente responsabili di disastri ai grandi ecosistemi.
Questo seminario avrà come protagonista il cnc. Grazie a questi nuovi ambienti di lavoro, è possibile la produzione su larga scala, con costi contenuti (il settore delle macchine cnc avrebbe un campo di produzione molto vasto) di tanti prodotti oggi realizzati conla plastica.
Un altro seminario, sempre di 3-4 ore lo dedicherei al tema della comunicazione del legno e ad un marketing meno naif e banale, fatto in casa e di bocca buona, per la promozione del legno.
Quanto sopra per accennare alle tantissime sinergie derivabili dal confronto fra i diversi comparti della filiera legno e per significare l’attenzione per formulare alcune proposte seminariali e formative che sono gli elementi di continuità fra L&E e W-E.
Franco Laner
Dietro al marchio binderholz vi è una grande famiglia. Passione per il legno e serio impegno imprenditoriale sono la filosofia Binder. Strategia, innovazione, coraggio, azione ed efficienza di tutto lo staff rendono binderholz un partner affidabile in materia di legno. Negli anni Cinquanta dello scorso secolo Franz Binder senior ha fatto della propria passione per il legno una professione. Una passione vissuta dalla famiglia Binder, già giunta alla terza generazione, con prospettiva, innovazione e grande disponibilità di tutti i suoi collaboratori.
binderholz produce soluzioni intelligenti in legno massiccio nei suoi dodici stabilimenti. Una gestione responsabile di questa straordinaria materia prima e dell’ambiente garantisce prodotti in legno massiccio e combustibili biologici d’elevata qualità.
Oltre alla sede principale di Fügen, in Tirolo, fanno parte del Gruppo binderholz altri undici stabilimenti. In cinque sedi austriache – Fügen, Jenbach, St. Georgen, Hallein e Unternberg – cinque sedi tedesche – Kösching, Burgbernheim, Oberrot, Baruth e Wolfegg – e due sedi finlandesi – Lieksa e Nurmes – lavorano circa 2750 collaboratori quali condividono la nostra passione per il legno.
binderholz ha partecipato a tutte le edizioni di Legno&Edilizia e Progetto Fuoco e parteciperà a Wood Experience 2021
Nextwood è la prima società Italiana di Wood Building Design e Management.
Nextwood nasce dall’idea di creare una società di ingegneria dedicata allo sviluppo di servizi specialistici per la riconversione del mercato edilizio verso le forme del costruire sostenibile attraverso l’impiego del legno come materiale strutturale. Nasce dalla fusione di esperienze multidisciplinari che in maniera organica e integrata possano fornire competenza nativa nel sistema legno per la progettazione e realizzazione di edifici di valore.
La nostra mission è affiancare gli attori del processo: investitori, imprese e costruttori, tecnici e privati: pensare, progettare, ingegnerizzare e poi seguire nelle fasi produttive e costruttive la costruzione dell’edificio in tutti gli aspetti tecnici, estetici e prestazionali garantendo il risultato finale sotto un’unica responsabilità.
Certi che il futuro non potrà che essere sostenibile, siamo attivi nella formazione e divulgazione perchè solo attraverso la crescita di tutto il mercato, il mercato potrà crescere, svilupparsi e affermarsi garantendo opportunità per tutti coloro che lo affronteranno con serietà e competenza.
Già da molti anni, l’azienda Hans Hundegger AG è leader mondiale nel settore dei centri di taglio CNC con una quota di mercato che supera il 90 per cento.
I centri di taglio universali e flessibili vengono utilizzati per tutte le lavorazioni del legno di carpenteria, costruzioni a telaio, costruzioni a tronchi d’albero, costruzioni prefabbricate, fino alla produzione di prodotti per parco giochi.
Per mezzo della loro struttura modulare, i macchinari CNC possono essere adattati rapidamente e perfettamente alle specifiche richieste dal cliente.
L’alta precisione e qualità degli impianti completamente automatici incrementano il rendimento e la competitività di un’azienda di carpenteria in legno – dalle piccole alle grandi imprese.
Ance Verona, l’Associazione delle Imprese di Costruzioni, è tra i promotori del progetto “CQ – Costruire in Qualità” (www.costruireinqualita.it/verona) con Ordini e Collegi Professionali di Verona (Architetti, Ingegneri, Geometri e Periti Industriali).
Il progetto è nato a Verona nel 2011 ponendosi come mission l’aumento della qualità progettuale e costruttiva per garantire qualità e durabilità sia di edifici nuovi sia di edifici risanati, grazie alla creazione di una piattaforma congiunta tra ANCE, Ordini e Collegi Professionali.
Una delle criticità maggiori dell’edilizia è infatti il mancato coordinamento dei vari soggetti che intervengono sia in fase progettuale che esecutiva, che il progetto CQ ha l’obiettivo di agevolare e stimolare.
In che modo? Fornendo una base di competenze comuni e aggiornate (senza invadere gli specifici campi di specializzazione) che rendano più efficace ed efficiente il confronto tra tutti gli attori coinvolti e, di conseguenza, l’intero processo edile.
Dalla prima edizione del 2011, hanno preso parte al percorso formativo circa 1.000 partecipanti tra imprenditori, professionisti, tecnici delle Amministrazioni Comunali e tecnici delle aziende produttrici di materiali, impianti e sistemi, tra molti dei quali si sono instaurati collaborazioni stabili.
Dalle collaborazioni sono scaturiti (e continuano a scaturire) interessanti progetti pilota (guarda il video) che hanno dimostrato come la cosiddetta “metodologia CQ” consente di realizzare edifici di qualità elevatissima in tempi brevi e rispettando i costi preventivati (in alcuni casi in minor tempo e con minori costi rispetto a quello che si era previsto).